Anche se non lo voleva ammettere, Jim si era perso. Non lo voleva ammettere perché perdersi significava ritrovarsi nei guai, e Jim non voleva aggiungere nessun tipo di ulteriore guaio alla sua situazione attuale. L’essere inseguito da un troll con i denti e la pancia sporgente gli bastava. Stava camminando ormai da troppo tempo lungo il percorso dell’acquario. Sapeva benissimo che, se si fosse trovato sulla strada giusta, a quell’ora avrebbe già dovuto aver raggiunto l’uscita. «Accidenti» bofonchiò. Si guardò intorno alla ricerca di una qualche indicazione che gli facesse capire almeno da quale direzione era arrivato ma niente, attorno a sé c’erano solo una sfilza infinita di vasche d’acqua gigantesche che si susseguivano senza fine. Le vasche erano gigantesche, riempivano tutta la stanza, arrivando quasi fino al soffitto. Dal basso c’era solo una sottile linea di luci al neon a illuminarle, ma le vasche erano troppo profonde e l’acqua troppo torbida…